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La nostra mente e la Mindfulness

Immagine del redattore: Silvia FerrignoSilvia Ferrigno

Photo by Lesly Juarez on Unsplash

L’attività della mente è intensa e continua e, molto spesso, non è collegata alla realtà presente.

La mente è, infatti, un’eterna viaggiatrice e ci porta sempre in posti lontanissimi dal “Qui e Ora” e, a volte, questi posti non sono entusiasmanti.


Tendiamo a rimuginare e a giudicare in continuazione qualsiasi cosa: noi stessi, gli altri, il mondo, il passato, il presente e il futuro, con il risultato che viviamo la maggior parte del nostro tempo con il pilota automatico inserito.


Il nostro corpo è presente, fa le cose in maniera automatica, ma la mente non c’è.

Il problema nasce nel momento in cui smettiamo di vivere il presente perché rimpiangiamo il passato o perché siamo eccessivamente proiettati nel futuro.


Oggi come oggi ci sono molti elementi che ostacolano la mindfulness, tra questi abbiamo:

  • La sovraesposizione digitale (Social, messaggistica, ecc.)

  • Ritmi di vita sempre più frenetici

  • Il multitasking


La sovraesposizione digitale non ci permette di staccare realmente la spina e di vivere pienamente il presente, perché le nuove tecnologie hanno l’obiettivo di sviluppare dipendenza, facendoci perdere il contatto con noi stessi.

E spesso capita che ovunque siamo, è come se non ci fossimo. Abbiamo sempre una mail a cui rispondere oppure lo smartphone è sempre in mano a cercare di fare lo scatto perfetto, cogliere l’attimo da condividere con gli amici sui social…ma quell’attimo lo catturiamo con la nostra fotocamera, senza viverlo e assaporarlo davvero. Ti è mai capitato?


Il ritmo di vita odierno e il numero di cose da fare sono la principale causa di stress, infelicità e malattia.

Secondo l’OMS (Organizzazione mondiale della sanità) entro il 2030 la depressione potrebbe essere la

malattia più diffusa.

Questo avviene anche perché si confonde l’essere impegnati con l’essere focalizzati e, di conseguenza, il nostro tempo viene impiegato in maniera poco efficiente e viviamo con la perenne sensazione di non riuscire a fare tutto, magari anche cose non così importanti.


E il multitasking?

Sento dire spesso che le donne sono multitasking e che rispetto agli uomini sono più brave a gestire più cose contemporaneamente, a destreggiarsi tra bambini, casa, lavoro. Ma davvero il multitasking rende più produttivi?


In realtà no!


Il multitasking porta ad una dispersione di concentrazione e di energia non auspicabile per il benessere della persona.


Con il multitasking peggioriamo il livello di efficienza, perché diventiamo più lenti nel passare da un’azione all’altra e incapaci di distinguere, nel bombardamento di stimoli che riceviamo, le informazioni importanti da quelle irrilevanti.


Sono sicuro che sarà capitato anche a te in ufficio di avere più mail aperte a cui rispondere, un report da finire e intanto il telefono che squilla. Oppure di giocare con i bambini mentre prepari la cena e di tanto in tanto rispondi anche a messaggi di lavoro o privati sullo smartphone. Ti ritrovi?


Il multitasking comporta un più rapido esaurimento di glucosio ossigenato, la sostanza che ci consente di rimanere concentrati.


Lavorare in questa modalità quindi causa spossatezza e stanchezza anche solo dopo poche ore.

Uno studio dell’Università di Harvard ha affermato che la mente umana si distrae il 46,9% del tempo, qualunque cosa faccia. I soggetti dello studio dichiaravano sistematicamente di essere più felici quando la mente era concentrata su ciò che facevano.


Ciò significa che il nostro livello di felicità è correlato alla capacità di essere presenti alle nostre azioni, presenti e consapevoli del QUI e ORA.


Un aiuto dalla mindfulness

Come si fa quindi a vivere nel miglior modo possibile l’attimo presente?


Bisogna prestare attenzione in modo specifico: con intenzionalità, nel momento presente e senza giudizio.


La mindfulness si può praticare in ogni momento della giornata e la pratica può essere formale e informale.


La pratica della mindfulness formale richiede di ritagliarsi del tempo ogni giorno da dedicare alla meditazione, in silenzio, prestando attenzione alla respirazione, ai sensi, alle emozioni, ai suoni.


La pratica della mindfulness informale, invece, non segue regole precise. Consiste nel prendere coscienza della vita di ogni giorno, prestando una nuova attenzione a tutte quelle attività quotidiane che spesso svolgiamo inserendo il “pilota automatico”: mangiare, camminare, fare una doccia, guidare, sbrigare le faccende domestiche.


Così facendo, possiamo comprendere che i pensieri vanno e vengono, che i pensieri sono solo pensieri, e noi non siamo i nostri pensieri.


La consapevolezza ci permette di cogliere i nostri schemi di pensiero negativi prima che questi ci travolgano e risucchino in una spirale discendente.


La consapevolezza ci restituisce il controllo della nostra vita e ci permette di cambiare anche come percepiamo le cose.


La prossima settimana ti proporrò un primo esercizio per allenare la tua consapevolezza!


Continua a seguirmi!

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